Testi dell’artista

1966

L’EREDITÀ GOTICA AMMANTA DI MISTERO LE SCULTURE DI MOORE

Il tempo smarrito (Tipolitografia – Editrice Lumini, Travagliato), pp. 59-60

Dal freddo, agitato mare del nord nelle cui acque s’inabissa il Tamigi, risalendo il tortuoso corso del fiume, sino ed oltre Windsor e Oxford (prestigiose città d’arte e di cultura), nel pianeggiante, ventoso «country», in cupe macchie di vegetazione, all’ombra di alberi secolari, si scoprono numerosi edifici gotici, del tardo medioevo, di araldica monumentale bellezza La loro storia, pur affermando ideali di mistica religiosità, si tinge di leggenda, svela fatti d’amore e di sangue, demoniaca pratica di potere occulto. Incantevoli romitaggi, vetusti manieri, cattedrali, residenze gentilizie per oscure vicende storiche suscitano morboso interesse e affascinano ed esaltano l’artista, che ne fa oggetto di studio e di estetica, psicologica ricerca nella formulazione dell’opera d’arte.

1988

ARTISTI ITALIANI NELL’UNIONE SOVIETICA

I giorni e la memoria (Stampatore Lumini, Travagliato), pp. 102-104

Nevica. Il crepuscolo va spegnendosi nell’opalino grigiore del cielo allorchè giungiamo a Mosca. Il treno scivola lentamente lungo la pensilina pavesata di vessilli dei due paesi freneticamente mossi dal vento, e blocca al terminale. Ad attenderci esponenti della cultura e dell’arte russi con neri colbacchi calati sulla fronte e bene imbacuccati. Agitano fazzoletti scarlatti e tricolori in segno di letizia. Siamo un gruppo di artisti italiani in visita culturale alle città di Mosca e di Leningrado. Scesi a terra scambio di abbracci e strette di mano. Un esponente della cultura russa improvvisa in lingua italiana un discorsetto augurale attutito e sommerso dal brusio della folla e da fischi di treni in arrivo e in partenza. Discosto dal gruppo osservo nel frattempo il paesaggio circostante. La stazione è immensa, innevata, gremita di tralicci, intersecata da balenanti linee ferrate su cui sostano qua e là convogli incappucciati di neve, manovrano locomotive. Punti luce s’accendono ad intermittenza lungo i binari: violetti verdi rossi e gialli.

1988

MOMENTI DEL MIO PASSATO

I giorni e la memoria (Stampatore Lumini, Travagliato), pp. 82-84

L’urlo viene dall’alto, improvviso. Stagliata nel cavo d’ombra mia madre s’arrovescia nel vuoto. La ghermiscono vigorose, pietose mani e la traggono in salvo. Comprendo che mio padre è passato ad altra vita.
Dal grigio cortile m’incammino per strade deserte, assonnate: non più fanciullo. Nel crepuscolo calato tra ciminiere in squallide zone industriali, laddove mio padre consumò nel lavoro la sua giovinezza.
Lancinanti immagini dall’animo: la notte mi accoglie nell’oblio, tenera.

1996

HONK KONG – UNA BABELE DEL DUEMILA

Il tempo smarrito (Tipolitografia – Editrice Lumini, Travagliato), pp. 87-89

La notte è tiepida, acre di salsedine, odorante di aromi. Nell’oscurità il mare ha riflessi d’acciaio. Incandescenti lame di luce sfiorano l’onda, stagliando d’improvviso d’un chiarore irreale vaganti imbarcazioni. A bordo d’un battello navighiamo nel braccio di mare che separa !’isola Vittoria dalla penisola di Kowloon, terra dei nove dragoni. A prua, nell’ ombra si profila il porto gremito d’imbarcazioni. Per lo più sampans e giunche, accostati l’un l’altro, su cui vivono decine di migliaia di famiglie; ove si gestiscono mercatini di vario genere e si degustano squisiti frutti di mare. Sullo sfondo, scintillante di luce, Hong Kong, città moderna, porto franco di giurisdizione inglese, un lembo di Cina occidentalizzato ma con caratteristiche proprie. Misterioso, sconcertante luogo d’incontro e di fusione di comunità di diversa mentalità ed estrazione sociale, fagocitate dall’espandersi dell’incombente, consumistica realtà dei grandi centri urbani verso zone periferiche di pescatori e contadini, in cui tutto si determina e propone nel mito del dollaro.